Durante una gravidanza, la tiroide viene sollecitata più del solito poiché deve reagire ai cambiamenti ormonali che si verificano prima del parto: ecco perché è fondamentale tenerla sempre sotto controllo.

Ce ne parla la farmacia Pelizzo che presso i suoi locali ha installato un efficiente laboratorio per gli esami del sangue a Udine

Le attuali linee guida relative alle donne in gravidanza suggeriscono di estendere lo screening tiroideo a coloro che si caratterizzano per un rischio di ipotiroidismo più elevato, a maggior ragione nel caso in cui si tratti di persone che risiedono in quelle aree geografiche note per la carenza iodica. Al tempo stesso, è importante che le donne in cura con la levotiroxina si sottopongano a controlli meticolosi finalizzati ad accertare la responsività alla terapia farmacologica.

Per quel che concerne il monitoraggio dei disturbi tiroidei tra i neonati, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso è stato intrapreso un programma di prevenzione sanitaria multidisciplinare e integrato, con l'obiettivo di avviare in tempo i trattamenti necessari in caso di disturbi metabolici genetici, come per esempio l'ipotiroidismo congenito. Nel nostro Paese per tutti i bambini è obbligatorio lo screening neonatale gratuito per la fibrosi cistica, l'ipotiroidismo congenito e la fenilchetonuria, dopo l'entrata in vigore della legge n. 104 del 5 febbraio del 1992. Lo screening, allo stato attuale, copre una quarantina di malattia metaboliche ereditarie.

In sintesi, è fondamentale riuscire ad arrivare a una diagnosi precoce dell'ipotiroidismo per le donne in dolce attesa, anche per procedere con il controllo della terapia ormonale sostitutiva eutiroidea. Gli ormoni tiroidei, infatti, hanno un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo complessivo del bambino e soprattutto per il suo sistema nervoso. La maturazione cerebrale è condizionata da un apporto appropriato di ormoni tiroidei, in modo particolare nelle ultime settimane che precedono il parto. Nel caso in cui l'ipotiroidismo materno non venga trattato come necessario, il feto rischia di presentare un deficit tiroideo, le cui conseguenze sono per la maggior parte reversibili anche se gravi: sarebbe necessaria una terapia farmacologica tanto per la madre quanto per il bambino.

Se, invece, nel primo trimestre della gestazione si ravvisa una carenza di iodio grave nella donna, si avrà a che fare con un quadro di ipotiroidismo combinato, che può determinare danni irreversibili a livello intellettivo e sul piano dello sviluppo psicomotorio del bambino. Il cretinismo endemico è una delle conseguenze più gravi, con varie manifestazioni, ma si possono verificare anche disfunzioni piramidali, sordomutismo o disturbi della deambulazione. Appare chiaro, quindi, come siano imprescindibili esami accurati e ripetuti nel tempo per scongiurare tali pericoli e porvi rimedio.

Di Alice Bartoli

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