A differenza delle altre tecniche utilizzate per la pesca sportiva, il carpfishing si caratterizza per sessioni di pesca molto più lunghe. Le battute di pesca possono durare da una mattina fino a sessioni che si protraggono nel tempo, anche per due settimane. E’ comprensibile che il pescatore avrà la necessità di pernottare in loco e molto spesso sceglie il campeggio, pratica molto diffusa tra i carpisti.

Il carpfishing ha tra le sue peculiarità quella di essere in sintonia con l’ambiente e di rispettarlo. Per questo anche tende e abbigliamento del carpista sono in linea con i colori del paesaggio, per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Anche le attrezzature utili alla pesca seguono criteri etici e sono pensati per arrecare il minor danno possibile al pesce.

E’ d’obbligo per il carpista l’utilizzo del guadino e del materassino, due supporti fondamentali per la pesca alla carpa. Il pesce viene prima riposto nel guadino, che deve essere capiente e grande con maglie morbide e spesse, in modo da non causare rischi alle pinne e alle squame della preda. Successivamente la carpa viene trasferita sul materassino dove viene innanzitutto bagnata, poi slamata e pesata. Il materassino è un telo in PVC solitamente delle dimensioni di un metro, che non arreca danni alla carpa e ne mantiene la naturale viscosità. Questo supporto all’interno ha generalmente un’imbottitura di palline di polistirolo o di altri materiali morbidi.

Molto importante ai fini del benessere della carpa è l’operazione di slamatura, quella fase che può compromettere le sorti del pesce se eseguita male. Già da quando la carpa abbocca non si deve forzare troppo l’amo, in modo da non causarle gravi danni alla bocca. Per questo motivo nel carpfishing si utilizzano canne piuttosto morbide, che non caricano troppa potenza sull’amo. La carpa va messa nel guadino e quanto prima nel materassino che dovrebbe essere il più possibile vicino alla riva.

La slamatura può essere fatta anche nel guadino, sarebbe l’ideale, ma se non è possibile si effettua sul materassino salva carpa, Pesca Sport San Polo. Il pesce va bagnato abbondantemente per proteggere il suo muco protettivo. Bisogna sempre appoggiare la carpa sul fianco e non sulla pancia perché lì si trovano organi molto delicati. La slamatura in sé può essere fatta sia con le mani che con delle pinzette, utili alla rimozione dell’amo dalla bocca. Il carpista spesso ama fare una foto con la sua preda prima di liberarla nuovamente in acqua.  

Di Alice Bartoli

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